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Computer, hardware e software

Differenze tra le porte seriali e parallele su slot pci express e quelle integrate e altro

Introduzione

Se nonostante il computer moderno una persona desidera avere delle porte parallele e seriali, è ovvio che lo fa perché desidera collegarvi delle vecchie periferiche e, nel caso di chi non vede, magari una barra braille, una sintesi vocale o una stampante braille da usare in dos. Per tanto non stupitevi se nella prima parte dell’articolo parlerò del bios e di questo sistema operativo con solo qualche cenno a Windows e Linux anche se apparentemente la cosa può interessare a pochissimi. Ciò nonostante consiglio a tutti la lettura di questa prima parte perché con essa si possono avere molte informazioni tecniche, ad esempio quelle per fare il test di una scheda Digitus pci express, che si svolge proprio con il dos. Ma se proprio non ce la fai a leggere certi argomenti, a malincuore ti dico di passare alla seconda parte dove entra in campo Windows.

Prima parte: seriali e parallele integrate e su slot pci express in generale, bios, dos, prompt dei comandi, Esegui di windows e Linux

Analogamente alle usb, è assai più vantaggioso quando le porte parallele e seriali sono integrate nella scheda madre piuttosto che inserite in uno slot che nel nostro caso è di tipo pci express 1x e cioè il tipo di slot assai corto che trovi nelle schede madri moderne. Certamente troverai qualche tecnico che ti dirà che la cosa è indifferente e nonostante di solito io non sia tenero con i tecnici, questa volta non lo biasimo: così come chi non vede non ha l’esigenza di una scheda grafica perfetta nella visualizzazione dei filmati e certe sfumature delle schede grafiche le conosce solo per sentito dire, analogamente il tecnico vedente non ha, ad esempio, l’esigenza di stampare il bios in braille per poterlo consultare e quindi certe differenze tra porte integrate e quelle su slot sarà ben difficile che le possa notare. L’anno scorso un non vedente desiderava adoperare una barra braille in dos sul nuovo computer ma non gli funzionava e ho dato i consigli che mi sono venuti in mente in quel momento dimenticandomi di chiedere la cosa più importante: la porta seriale era integrata o su slot? Purtroppo non riesco a ricordare tutto anche se spesso, come in questo caso, certe informazioni le ho scritte in un
vecchio articolo.
Magari prima di chiedere a destra e a sinistra provate a dare un’occhiata ai vecchi articoli perché spesso sono una miniera d’informazioni e questo non perché li ho scritti io ma perché scaturiscono da esigenze ed esperienze realmente vissute. Cominciamo dalle porte parallele integrate. sarà che non sono più quelle di un tempo o dipenderà dal tipo di scheda in cui sono montate, in questo caso la solita GA-P55A-UD3 della Gigabyte di cui ho parlato tante volte, fatto sta che con la stampante braille ho notato quanto segue. In un
vecchio articolo
abbiamo visto come sia possibile inviare un file di testo ad una stampante braille parallela utilizzando il comando copy del dos preceduto da command /c quando lo si adopera da Esegui di windows con la sintassi:
command /c copy /b pippo.txt lpt1
al posto di /b è possibile usare l’opzione /a per i file ascii o addirittura niente come già visto nel
vecchio articolo
ed è possibile utilizzare il comando copy senza command /c dal prompt dei comandi di xp (non ho provato con il 7) o dal dos a 16 bit. Per ragioni ignote, il comando non mi funziona usando la scheda Gigabyte GA-P55A-UD3 e quando lo eseguo non dà errori e dice d’aver copiato un file senza però far partire la stampante la quale tuttavia funziona se ridirigo l’output di una dir o se stampo la schermata con l’apposito tasto o se adopero il comando print. Forse qualche esperto del dos dirà: perché nella sintassi del comando copy non aggiungi il segno del maggiore in modo da ridirigere l’optput? Si può fare ma oltre al contenuto del file, al termine del testo verrà scritto che il file non può essere copiato su se stesso 0 file copiati ed è una scocciatura. Siccome la mia parallela è settata su
ecp+epp,
da bios ho provato a regolarla su
ecp
e anche su
ssp (standard parallel port,
quelle che si usavano prima del 1994)
ed inoltre, sempre da bios, l’ho settata con un altro indirizzo di base (che viene dato in esadecimale) e anche cambiato l’irq (ossia l’interrupt) senza tuttavia risolvere il problema. Sono certo che non dipende dalla stampante perché in un altro computer la sintassi con il copy funziona ancora perfettamente come tanti anni fa e ciò significa che dipende dalla parallela o, per quanto vedremo poi, più probabilmente dalla scheda in cui è integrata. Nonostante questo piccolo difetto, in fin dei conti posso sempre usare print con l’aiuto di setver come spiegato in passato, come non vedente la parallela integrata mi è stata indispensabile per fare tante prove con il bios come scritto negli articoli precedenti, prove che non avrei potuto fare se avessi adoperato una parallela su slot pci o pci express. Infatti la prima differenza tra una porta parallela o seriale integrata e una analoga su slot è che quest’ultima non viene riconosciuta e gestita dal bios e ciò determina l’impossibilità di usare il tasto Stamp per stampare le schermate del bios stesso anche quando la parallela su slot è settata come lpt1 ed è l’unica ad essere attiva nel computer. Per fare questa prova, da bios ho temporaneamente disattivato la parallela integrata in modo che quella su slot fosse l’unica disponibile. Se sei non vedente, prima di compiere questa operazione accertati di conoscere bene i passaggi che ti dovranno portare a riattivare la parallela perché una volta disattivata non stamperai più niente e dovrai fare l’operazione di riatttivazione “al buio”.
Nota: non ho provato cinquanta bios e, anche se mi sembra quasi impossibile, non escludo del tutto che ve ne sia qualcuno in grado di vedere e gestire le porte su slot. Se lo trovi fammi sapere.
La seconda differenza tra le porte integrate e quelle su slot è che queste ultime per poter funzionare necessitano di un programma anche in dos. Non essendo gestite dal bios è ovvio che ci debba essere un programma caricato dal sistema operativo che assegni loro l’indirizzo di base e l’irq. La terza differenza è che non sempre le seriali su slot, e forse anche le parallele, sono compatibili con le periferiche da collegare. Inoltre non tutte le schede parallele e seriali hanno in dotazione il programma dos e, per quanto ho provato finora, non può essere utilizzato il programma di un’altra scheda nemmeno quando questa è della stessa marca.
Riassumendo: quando una periferica dos non funziona con le porte aggiuntive i motivi sono essenzialmente tre:
1: la scheda acquistata non prevede il programma dos;
2: il programma dos per la parallela o la porta seriale non è stato caricato;
3: vi è un’incompatibilità tra la periferica e la porta (finora mi è capitato solo con le seriali).
Un esempio di scheda pci express priva del programma dos è l’Atlantis land p007-pceo1s1p con una seriale e una parallela. Per quanto detto fin qui, un’analoga differenza tra le porte integrate e quelle su slot riguarda Linux: le schede pci express con seriale e parallela che ho provato possono essere installate in tale ambiente tramite i driver in dotazione. Tuttavia se, ad esempio, carichi il cd live di ubuntu 12.4.1, certamente quei driver non vengono caricati e la scheda su slot con seriale aggiuntiva, non gestita da bios, è come se non ci fosse. Per tanto non potrai usare il cd live tramite una barra braille seriale collegata ad una porta su slot, lo potrai fare quando Linux è installato nel disco fisso e avrai installato anche i driver della scheda (cosa che non ho provato e non so se ci siano problemi con brltty, il gestore del braille in modo testo, oppure con Orca, lo screenreader dell’interfaccia grafica). Soprattutto in passato vi erano molte combinazioni di schede con porta parallela e seriale ma quelle che ho visto hanno sempre una sola parallela e più seriali. Addirittura vi era una scheda con 28 porte seriali, dove le mettono? La Digitus ds30040 con una parallela e due seriali prevede il programma dos e quindi vediamo alcuni dettagli. Il modello scritto sopra è quello riportato in internet ad esempio su
www.yeppon.it
mentre il cd, il pdf e le cartine all’interno della confezione hanno una grafia diversa forse per la continua e spesso inutile evoluzione dei componenti e per tanto in internet potresti trovare la scheda anche con il modello ds30040-2. La porta parallela è sul lamierino della scheda che va infilata in uno slot pci express 1x mentre le prese seriali sono su un secondo lamierino, più precisamente chiamato bracket, provvisto di due cavi a piattina e relativi connettori che andranno collegati alla scheda. Per i cabinet di piccole dimensioni vengono forniti due lamierini corti. I due connettori femmina con 10 pin da collegare alla scheda hanno la tacca centrale di riferimento che tuttavia meccanicamente non serve a niente perché i connettori maschi sulla scheda sono privi del bordo, e quindi dell’incastro per la tacca, ed inoltre essendo a 10 pin come quelli posti sul cavo fanno entrare il connettore in entrambe i sensi. Il manuale non scrive niente a riguardo e non so se da qualche parte vi sia una figura. Anni fa mi hanno detto che la piattina che collega le seriali ha il pin 1 contrassegnato da un filo rosso e certamente chi vede ha un contrassegno anche sulla scheda in modo da sapere come infilare il connettore. Purtroppo sono rarissime le occasioni in cui ho l’opportunità di farmi guardare qualcosa e quindi non ti so dire il contrassegno posto sulla scheda. Se sei non vedente e capovolgi i connettori, come già visto in passato non succede niente anche se rimane la scocciatura di provare a girarli se le seriali non funzionano e siccome qualche volta sono tanto buono, ti dirò che in questa scheda la tacca di riferimento deve essere rivolta verso l’interno di essa.
Da quanto ho capito, nel nome delle cartelle che contengono i driver per i vari sistemi operativi, dal dos fino a windows 7 mac e linux, viene riportato il chipset mcs9901 mentre il manuale del programma dos parla dell’mcs9000. In realtà la versione presente nella scheda è l’mcs9912 della Moschip semiconductor come dice il programma dos ed in particolare per le seriali viene usato l’mcs9912 1000a000 mentre per la parallela si adopera l’mcs9912 2000a000. Le diverse versioni del chipset e altre discrepanze trovate tra i manuali della stessa scheda dipendono dal continuo aggiornamento del componente senza che vengano aggiornati i cd e i manuali come visto in passato per altri componenti. Tra le cartelle dei driver ce n’è una chiamata mcs9901_whql in cui ci sono sottocartelle per xp, vista, windows 7 e altro. La sigla whql significa windows hardware quality labs ed è la certificazione Microsoft dei driver che di certo non viene rilasciata a Digitus gratuitamente. Nei requisiti di sistema riportati dal manuale, dos e linux sono ignorati e, non vorrei sbagliare, forse anche al mac è toccata la stessa sorte. Il programma dos della scheda è del 22 aprile 2010 e non essendo un tsr non occupa memoria. E’ composto dall’eseguibile stndosin.exe e da un eventuale stconfig.cfg che trovi sempre nel cd. Lanciando il programma senza parametri vengono visualizzate, se ci sono, le porte seriali e parallele presenti nel pc con il loro indirizzo di base ma non l’irq. Per aggiungere le porte presenti nella scheda su slot scrivi:
stndosin -a
Siccome ho fatto la prova su un computer in cui c’è già una seriale e una parallela, mi si sono aggiunte una com2, una com3 e una lpt2 con indirizzi ed irq non standard esattamente come avveniva con le porte pci provate nel
vecchio articolo.
Per disattivare le porte della scheda su slot digita:
stndosin -d
Attivando e disattivando per più volte le porte, viene erroneamente aggiunta la com1 anche se già presente nel computer. Questa porta viene visualizzata all’indirizzo standard senza che sia specificato l’irq e quindi è chiaro che si tratta solo di un buco del programma. Per ripristinare le cose basta resettare il computer. L’opzione -c configura le porte ed è possibile cambiare la modalità della parallela, cioè settarla su spp, ecp eccetera, e forse è anche possibile cambiare i parametri della seriale. Il file di configurazione stconfig.cfg presente nel cd, che per adoperarlo copierai nella stessa directory del’eseguibile, contiene quattro righe identiche su ognuna delle quali è riportata per più volte la scritta
0xdef
Tale file, opportunamente modificato con un editor di testo, serve a cambiare gli indirizzi di base delle porte e mi pare non sia previsto il cambiamento dell’irq. E tuttavia sono riuscito a cambiare un solo indirizzo perché succede una cosa assai strana che non mi spiego. Credevo di poter mettere nel file di configurazione i tre indirizzi per le porte, due seriali e una parallela, e sono rimasto basito quando ho scoperto che venivano ignorati nonostante avessi provato a scriverli con più sintassi. L’opzione che va a leggere il file di configurazione è -f e quindi per poterlo usare quando si aggiungono le porte bisogna scrivere:
stndosin -a -f
a questo punto la com2 va all’indirizzo di base 2f8 irq 11, la com3 su 3e8 irq10 e la lpt2 su 278 irq 12 indipendentemente dal contenuto del file in cui ci posso scrivere anche asino. Praticamente basta usare l’opzione -f e che ci sia il file di configurazione perché le porte non si settino più con gli indirizzi di default ma con quelli riportati sopra che tuttavia non sono quelli che avevo inserito nel file di configurazione. A forza di prove sono riuscito ad assegnare un solo indirizzo che verrà utilizzato dalla com2 perché è la prima porta che viene aggiunta. L’indirizzo, che in questo caso era 1f8, deve essere scritto su una riga vuota all’inizio del file lasciando però tutte le altre righe del file originale con la dicitura 0xdef.
Non è indispensabile scrivere l’indirizzo con la sintassi proposta dal file e cioè
0x1f8
basta anche solo
1f8
l’importante è che sia all’inizio del file e su una riga vuota. Aggiungendo altri indirizzi su altrettante righe vuote oppure separandoli da virgole o altri segni si ha l’effetto scritto sopra e quindi viene ignorato anche il primo indirizzo della com2. E si ha lo stesso effetto se l’indirizzo viene scritto alla fine del file oppure se dopo di esso si tenta d’inserire l’irq con uno spazio di separazione, con una virgola oppure con i due punti. Lo stesso effetto visto sopra lo si ha scrivendo un singolo indirizzo su un file stconfig.cfg vuoto. Insomma: gira che ti rigira, (come diceva Baglioni nel ’73), lui vuole il suo stconfig.cfg e solo un nuovo indirizzo da aggiungere su una riga vuota all’inizio del file. E se io volessi cambiare anche gli altri due indirizzi?
Nota del 2020: successivamente troverò come compilare adeguatamente il file stconfig.cfg e lo puoi leggere nel quarto paragrafo di
questo articolo
pubblicato nel 2016.

Con l’indirizzo
di default, quindi senza usare l’opzione -f, mi funziona la difon2 che invece non si caricava con le porte pci provate nel vecchio articolo
ma al contrario non mi funziona la mb408l che invece funzionava con le porte pci. Questo capovolgimento di cose smentisce quanto pensavo in passato e cioè che la mb408l funzionava sulle porte pci perché era possibile specificarne l’indirizzo e l’irq durante il caricamento mentre la cosa non si può fare con xparla. In realtà con questa scheda pci express della Digitus xparla va a prelevare l’indirizzo e l’irq anche se non sono standard mentre mb408l non riesce ad aprire la porta anche se gli si dà l’indirizzo e l’irq per poterlo fare e a questo punto non ho capito da cosa dipende l’incompatibilità di certe seriali con determinate periferiche. Con mb408l ho provato anche altri indirizzi ma senza successo.
Sempre con gli indirizzi di default, la stampante in nero funziona bene (bisogna usare print e non il copy come del resto si fa con le parallele integrate). La stampante braille funziona bene con il print mentre con il copy fa lo stesso difetto riscontrato con la parallela integrata del computer i5 come abbiamo visto sopra e siccome le porte erano proprio in quel computer, forse la cosa dipende dalla scheda madre e non dalla parallela.
Connettori per effettuare il test delle porte
A pagina 7 del pdf che illustra il programma dos della scheda pci express con due porte seriali e una parallela della Digitus vi è l’immagine delle connessioni per costruire i connettori di loop back per il test delle porte e dopo averla fatta guardare ho constatato che i contatti di questi sono ponticellati in modo un po’ diverso rispetto ai connettori delle Norton utility 8.0 che si adoperavano negli anni ’90 ed è per questo che riporto la descrizione dell’immagine. Per costruire i connettori di loop back occorrono due connettori femmina da 9 pin per le seriali e un connettore maschio da 25 pin per la parallela in cui andranno fatti dei ponticelli come spiegato qui sotto. E’ un’operazione difficile se non addirittura impossibile da fare per chi non vede perché bisogna usare un saldatore sempre caldo con punta sottile e saldare più fili a distanza ravvicinata, ossia quella esistente tra un pin e l’altro di queste spine. Quindi quasi sicuramente farai fare la cosa ad un tecnico a cui mostrerai la figura che ti descrivo ugualmente perché è bene essere consapevoli di ciò che si fa fare. Per questo lavoro scegli un tecnico o un amico sveglio perché ho incontrato più di una persona in difficoltà a saldare queste spine schifose. Per ovvie ragioni i pin sono numerati in senso inverso tra il maschio e la femmina e in alcuni pin s’incontrano due fili e quindi capita che elettricamente un ponticello non venga fatto solo tra due contatti ma bensì su tre. Tuttavia per semplicità descrivo le connessioni sempre a due a due come segue:
Seriale:
2 con 3,
1 con 7,
7 con 8,
4 con 9,
6 con 9.
Parallela:
1 con 13,
2 con 15,
10 con 16,
11 con 17,
12 con 14.
Non avendo fatto fare i connettori non ho provato il test che comunque, dopo aver inserito le spine nelle porte, si lancia scrivendo:
stndosin -t
Praticamente i ponticelli presenti nel connettore servono a far uscire e rientrare i dati nella stessa porta e il programma controlla che la cosa avvenga correttamente.

Seconda parte: seriali e parallele pci express in windows, come e quando cambiare la lingua delle proprietà delle porte

Le schede pci express Atlantis land e Digitus che abbiamo visto nella prima parte funzionano fino a windows 7 tralasciando però windows 95, 98 e millennium. La cosa dà un po’ da pensare visto che proprio un adattatore usb-seriale della Digitus funziona fino a windows 7 senza tralasciare windows 98 e millennium includendo anche windows ce che serve, ad esempio, per i palmari e gli smartphone. E visto che con xp è assai semplice usare un adattatore usb-seriale oppure un adattatore usb-parallela, finora non ho trovato nessuna ragione che giustifichi l’utilizzo di schede seriali e parallele in tale ambiente. Il cd della scheda Atlantis land p007-pceo1s1p con una seriale e una parallela contiene il software per altre tre schede, tra cui un controller sata, e da una delle due cartine d’istruzioni in inglese presenti nella confezione si capisce che la cartella da usare per il modello sopra citato è ch38x ma non mi è chiaro se il nome rappresenta il chipset. Per installarla basta lanciare un programma che prevede anche l’autoidentificazione che avviene però solo con schede della stessa generazione, penso con lo stesso chipset, e che serve a determinare la combinazione di scheda che stai adoperando ossia una parallela, una parallela e una seriale, una parallela e due seriali e così via. Nel mio caso non ha funzionato correttamente visto che mi ha installato una parallela e due seriali e quindi, dopo aver fatto il Ghost, ho ripetuto l’installazione scegliendo la scheda manualmente come previsto dal programma. Non è strettamente necessario ripristinare il sistema prima di reinstallare una scheda, basterebbe rimuovere la periferica e poi reinstallarla. Sapendo però che windows rimuove le periferiche come un cieco ubriaco che corre su una strada piena di curve, quando voglio fare delle prove serie preferisco sempre ripristinare il sistema. In fase d’installazione bisogna ignorare la mancata certificazione del software da parte di Microsoft e per il resto si procede come al solito. Se nel computer hai una parallela e una seriale integrate, quelle su slot vengono installate come lpt3 e com3 ma è possibile portarle a lpt2 e com2 tramite le proprietà della porta che si trovano in Gestione periferiche e che per effetto del programma installato sono parzialmente in inglese. Non si capisce com’è settata la parallela ma dovrebbe essere su ecp e in Gestione periferiche mette anche una voce che riguarda le schede multifunzionali che non ci sarà invece con la scheda Digitus. Nei programmi mette una cartella vuota per il dos, per il quale questo modello non ha nessun programma, e la cartella tool in cui c’è un programma che mi sembra serva ad aggiornare il firmware. Non è possibile installare questa scheda facendo la ricerca dei driver all’avvio di windows. Se hai la necessità di scaricare il programma da internet vai su:
www.atlantis-land.com”
e nell’apposita casella cerca il modello del componente che in questo caso è
p007-cpeo1s1p
e Poi vai su Supporto e successivamente su download. Il primo pacchetto di driver proposto è il più grosso e corrisponde alla cartella oxe952 del cd in dotazione di cui poi dirò due parole. La seconda versione dei driver con la dicitura cd contens corrisponde ad una versione ridotta della cartella ch38x, cioè quella presente nel cd e che ho adoperato per l’installazione. Selezionato il file da scaricare, si clicca là dove jaws dice:
link grafico immagini/icona_download_20x20
e successivamente si compilano i campi della tabella successiva con la propria email, azienda o privato, ed accettando l’invio di informazioni commerciali. Ho accettato le condizioni più o meno al’inizio dell’estate e finora non ho ricevuto messaggi e quindi la ditta non è invadente oppure si rivolge in prevalenza alle aziende. La compilazione fa in modo che ti venga inviato un messaggio con il link diretto da cui scaricare il file selezionato. A volte però la finestra di download si apre ugualmente e scarichi il programma selezionato senza attendere l’email. Non ho provato a contrassegnare entrambe i file nella stessa sessione di lavoro per vedere se mi mandano un’unica email con entrambe i link. A proposito del file che contiene la cartella oxe952, non mi è chiaro perché viene associato a questo modello visto che dalle prove svolte il software non è adatto per la scheda in uso. Ammesso che il nome delle cartelle rappresenti il chipset, sembra abbiano fatto lo stesso modello di scheda con chipset diversi e la cosa sarebbe assai poco probabile.
Con il comando copy usato dal prompt dei comandi per inviare testo ad una stampante braille la parallela Atlantis land fa lo stesso difetto della Digitus e della parallela integrata che abbiamo visto nella prima parte dell’articolo.
Passiamo alla digitus ds30040. Probabilmente a causa del solito problema che le schede vengono aggiornate mentre non succede altrettanto per i cd in dotazione, la prima cosa da fare per installarla in windows è quella di non seguire le istruzioni che risultano errate. All’avvio xp chiede il software per una seriale, poi per la seconda seriale ed infine per la parallela ma non trova niente da metterci (non l’ho fatto andare in internet). In Gestione periferiche ci saranno due seriali e una parallela non installate. Lanciando il programma d’installazione dalla cartella di xp come proposto dal manuale digitus, compresa la versione whql che probabilmente è identica all’altra, non s’installa niente e trova già i driver delle porte forse perché vede quelle integrate. Se scelgo di fare l’update previsto dal programma, alla fine non installa niente. Se all’avvio di xp scelgo:
Installa da un elenco o percorso specifico
in modo da evitare che l’installazione automatica mi proponga tutta una serie di driver, (elenco da cui naturalmente se ne sceglie solo uno), una volta selezionato il software, magari attraverso Sfoglia, l’installazione non va a buon fine perché non mi dà mai la disponibilità del pulsante Ok e la cosa succede sia con la versione del programma per xp “normale” che con quella per xp whql. Se all’avvio del computer scelgo:
Installa il software automaticamente
e cioè la cosa più semplice, posso installare i driver come segue. Me ne propone 12 e, nel mio caso, basta scegliere una sola volta quello per xp a 32 bit e sembra installi una sola seriale ma invece l’installazione sarà completa ed è meglio riavviare il sistema prima d’usare le porte. Quindi la scheda s’installa nella maniera più semplice che non è quella scritta nelle istruzioni. Se il computer ha già una seriale e una parallela, per default installa una com3, una com4 e una lpt2 senza mettere in Gestione periferiche la voce delle schede multifunzionali. Il produttore è quasi identico al dos (praticamente uguale ma rilevato in maniera diversa). A causa del programma installato, una parte delle proprietà delle seriali è in inglese e tali porte possono essere settate come rs 232 (default), rs 422 o rs 485 (le ultime due modalità vengono usate in ambito industriale). Guardando i dettagli del driver tramite le proprietà delle porte puoi notare che in
\windows\system32
viene usato il file
stnlang.ini
in cui ci sono i messaggi in inglese che il programma visualizza durante l’installazione della scheda ma che nel nostro caso non sono serviti a nulla visto che l’unico modo per poterla installare è stato quello di usare l’installazione automatica di xp e quindi i messaggi che abbiamo avuto sono quelli di windows. Sempre nello stesso file ci sono i messaggi assai più utili usati nelle proprietà delle seriali che possono essere tradotti in modo che le proprietà diventino completamente in italiano. Il file stnlang.ini è di sola lettura e quindi per poterlo modificare bisogna togliere l’attributo di sola lettura dalle proprietà del file stesso. All’interno del file trovi le istruzioni in inglese su come cambiare la lingua e siccome le ho capite solo parzialmente proprio a causa dell’inglese, più che altro ho capito abbastanza come procedere facendo delle prove. ogni lingua ha un numero e l’italiano è abbinato a
0x0410
La sezione in inglese da tradurre ha il numero:
[0x0409]
che ovviamente andrà sostituito con quello dell’italiano. Possiamo anche ricopiare questa sezione al termine del file e, una volta modificata, inibire la sezione originale con un punto e virgola per ogni riga che la compone. In pratica la sezione in italiano dovrà cominciare così:
[0x0410]
0x0410=italian

poi, come per quick windows sequencer visto articolo precedente, si tradurranno i messaggi posti dopo il segno di uguale facendo attenzione alle & (e commerciale). Dato che il programma d’installazione non funziona, o per lo meno in xp non funziona, possiamo limitarci a tradurre la parte che riguarda le proprietà delle seriali magari aiutandoci con le proprietà analoghe di altre porte seriali che parlano in italiano.

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